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giovedì 13 novembre 2014

SIMPSORAMA, ovvero: quando i Simpson incontrarono Futurama

Era stato annunciato ed è finalmente arrivato! Domenica 9 novembre il sesto episodio della ventiseiesima stagione dei Simpson è stato il luogo di un epico crossover: la famiglia gialla ha incontrato i personaggi dell'altra serie animata di papà Groening, Futurama, in una storica unione di due dei più amati prodotti dell'animazione americana moderna. Cosa ci si poteva aspettare, dunque, da Simpsorama, e quante di queste aspettative sono state rispettate nei circa 20 minuti di episodio?

Premetto che l'articolo potrebbe rovinare la visione dell'episodio per chi non l'ha ancora potuto recuperare, quindi vi consiglio di guardarlo prima di leggere.
Da sinistra: Fry, Bender, Homer e Leela.

Il 2014 non è del tutto estraneo ai crossover animati, soprattutto in casa Fox: lo scorso 28 settembre, la famiglia Griffin aveva fatto un salto a Springfield nel primo episodio della tredicesima stagione dello show di Seth MacFarlane, intitolato The Simpsons Guy. Ma se in quell'occasione era abbastanza chiara la paternità delle battute e delle gag (molto più in stile MacFarlane e molto poco simpsoniane), con Simpsorama siamo di fronte al purismo "groeninghiano" per eccellenza: l'episodio è scritto da J. Stewart Burns, sceneggiatore di punta di entrambi gli show creati da Groening, e dunque penna fidata per dare vita nel migliore dei modi allo storico incontro tra passato e futuro. Son trascorsi quasi 16 anni da quel lontano marzo 1999 (quando quella navetta Planet Express si schiantò per la prima volta contro uno schermo pubblicitario di New New York) e circa 26 da quando la famiglia gialla si sedette su quel divano destinato a diventare il più famoso esemplare d'arredamento del mondo. Il 2014 è l'anno prescelto per legare insieme due lunghissime storyline (una, sappiamo tutti quale, che ancora non ne vuole sapere di terminare, l'altra conclusa purtroppo nel settembre dello scorso anno).

Bender e Homer bevono una birra da Boe.
Arrivo al punto: l'episodio non delude. L'umorismo è ottimo e finalmente alza un po' la qualità di questa ventiseiesima stagione che fino ad ora (ad eccezione del geniale segmento A Clockwork Yellow all'interno dello special di Halloween trasmesso il 19 ottobre) non ha particolarmente brillato. Probabilmente la storia (elaborata e comunque originale) soffre un po' per la costrizione ai canonici 20 minuti di durata e forse, a questo proposito, raddoppiare il minutaggio dell'episodio speciale avrebbe potuto giovare al ritmo (come era successo per il già citato crossover con i Griffin, che personalmente ritengo molto più riuscito). La vicenda della puntata ruota intorno al viaggio nel passato di Bender, che prima stringe immediatamente amicizia con Homer (proprio come aveva già fatto Peter Griffin - ci manca solo che lo facciano anche Eric Cartman e Stan Smith e poi possiamo tutti urlare come delle ragazzine ad un concerto degli One Direction) per poi scoprire che la missione per la quale è stato programmato è far fuori il capofamiglia Simpson, che è la causa primaria di una futura invasione di gremlins famelici. L'esistenza dei mostri in realtà è strettamente legata a Bart e tutta la famiglia gialla finirà per interagire con ogni personaggio principale di Futurama. È probabilmente questo l'aspetto migliore di Simpsorama: chi ha amato e continua ad amare (come me) entrambi gli show non potrà fare a meno di gioire nel vedere il professor Farnsworth, Leela, Fry e Bender dividere la scena con Homer, Bart, Lisa, Marge e Maggie. Lodevole è anche il fatto di come lo sceneggiatore si sia impegnato nel conservare la personalità di ogni personaggio e di non snaturare il fascino di entrambe le serie. E tutto ciò non era poi così facile. Il problema, semmai, è un altro: era forse lecito aspettarsi qualcosina in più da un evento televisivo di tale portata. Come ho già detto, non si può dire di rimanere delusi, ma qualche comprimario di spicco (uno su tutti, il dottor Zoidberg) è fin troppo sacrificato e indubbiamente avrebbe meritato un trattamento migliore, rendendo il tutto molto più divertente. Il  discorso è doveroso, specialmente perchè si tratta di una one shot gun quasi sicuramente irripetibile. Ripeto, 20 minuti sono troppo pochi per tutta questa carne al fuoco. Forse un mini-film in stile La bestia con un miliardo di schiene o Il colpo grosso di Bender della durata di più di un'ora sarebbe stato perfetto per l'occasione, con un successo assicurato. Ma tant'è, accontentiamoci di Simpsorama, che alla fine poi tanto male non è.

Bender entra in modalità "uccidere Homer Simpson".
Sono diversi i momenti divertenti, a tratti anche geniali, come il cameo finale degli alieni Kang e Kodos invitati a cena dagli Omicroniani che svelerà un'importante verità sui due celebri personaggi. Molto spazio viene, inoltre, dato, oltre che a Bender, al professor Farnsworth, in una divertente successione di gag sul suo rapporto con un altro celebre scienziato figlio di Groening, il professor Frink. L'autoironia la fa da padrone varie volte, come quando si ironizza sulla nota ed evidente somiglianza tra la fisionomia di Homer e di Bender e sulla presunta pigrizia di Groening nella creazione dei personaggi dei suoi show. O come è ravvisabile dalla celebre frase di intro della sigla iniziale di Futurama, che scherza su come I Simpson da qualche anno a questa parte sembrano soffrire di una crisi di idee. Una chicca per pochi è poi il cameo (quasi invisibile) di Binky, il coniglio di Life in Hell, altro celebre prodotto del disegnatore dell'Oregon. Sorprendente è, invece, l'assenza di battute da parte degli abitanti del futuro sul colore della pelle dei Simpson, troppo innaturale per non poter essere citato almeno una volta e che gli sceneggiatori dei Griffin avevano sfruttato efficacemente per diverse gag nel crossover di fine settembre. Ammirevole anche la creatività del mash-up tra le serie nel rifacimento della sigla di Futurama in versione Simpson durante i titoli di coda: andrebbe davvero scandagliata frame by frame
 per non perdersi nemmeno un particolare.

Per quanto riguarda la versione italiana (probabilmente Mediaset la trasmetterà a 2015 inoltrato), dispiace più che mai per la scomparsa di Tonino Accolla, per il cambio voce a Marge e Bart, e per la fresca sostituzione della voce storica di Bender, Dario Penne, con quella poco azzeccata di Paolo Buglioni: dispiace per non poter godere pienamente di questo evento con le voci che hanno caratterizzato l'ascesa al successo di questi personaggi nel nostro paese e che hanno cristallizzato nell'immaginario collettivo la personalità unica di ognuno di loro. Non so voi, ma io queste due serie non riesco più a guardarle doppiate. Non me ne vogliano i pur bravi nuovi doppiatori.

Con Simpsorama, dunque, abbiamo riso, ma avremmo potuto ridere di più. Questo è certo. Ciò non toglie che l'episodio, fin'ora, è il migliore della ventiseiesima stagione dei Simpson: questo crossover ha più che mai giovato alla serie, che purtroppo quest'anno non decolla ancora (nonostante la scorsa stagione abbia sfornato episodi più che meritevoli). I crossover animati dovrebbero essere finiti qui, salvo sorprese future, sempre molto gradite. Ma fino ad allora, diamo l'addio definitivo ai personaggi di Futurama ed auguriamoci che i prossimi episodi dei Simpson possano tornare alla qualità che abbiamo ormai imparato a pretendere da questa serie. 
Da sinistra: Leela, Lisa, Zoidberg, Bart, Amy e Hermes.



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